luoghi e memorie |
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Basovizza è una frazione del comune di Trieste sull'altopiano del Carso e nel dibattito pubblico italiano è il luogo simbolo degli eccidi delle foibe. A due riprese, nel settembre del 1943 in Istria e nel maggio del 1945 nelle zone di Trieste, Gorizia, Capodistria e Fiume, migliaia di persone, prevalentemente italiani, furono uccise e gettate nelle cavità carsiche (le foibe) dai partigiani jugoslavi per motivi politici, ritorsione etnica e rivalsa sociale.
La foiba di Basovizza in realtà non è una cavità carsica ma un pozzo minerario abbandonato dove vennero gettati i cadaveri di militari e civili (italiani, tedeschi e sloveni) giustiziati dopo processi sommari organizzati dalla IV armata jugoslava. Basovizza è anche sinonimo delle controversie storiografiche e politiche nate in Italia attorno a tali violenze di massa in relazione alla ricostruzione dei fatti, al numero e alla nazionalità delle vittime, discussioni che iniziarono sin dai mesi successivi all'eccidio avvenuto nel maggio del 1945. In generale, determinare l'esatto numero delle vittime delle foibe è alquanto problematico e, a seconda delle fonti, le stime variano da alcune centinaia a svariate migliaia. Nel caso di Basovizza le prime esumazioni di diverse centinaia di cadaveri furono compiute nel giugno del 1945. Le esplorazioni del pozzo però vennero presto interrotte per poi proseguire ad intermittenza fino agli anni '50. Nonostante l'attenzione mediatica, non vennero mai resi noti risultati definitivi. Accanto alle ricerche speleologiche, si tentò di arrivare ad una stima delle vittime sulla base della variazione della profondità del pozzo che prima del 1945 era di 226 metri, mentre nel 1948 si era ridotta a soli 192 metri. Tuttavia, questo calcolo venne complicato ulteriormente dal fatto che, negli anni '50, la cavità fu adibita a discarica comunale. Se nel primo decennio del dopoguerra la questione delle foibe aveva suscitato interesse nell'opinione pubblica, successivamente perse di rilevanza politica. Fissato il nuovo confine con il Memorandum di Londra del 1954, infatti, l'Italia avviò politiche di collaborazione con la vicina Jugoslavia, paese membro del Movimento dei non-allineati e potenziale partner economico, con la conseguenza di eclissare le questioni politicamente controverse. Il nodo delle foibe riacquistò spazio nel dibattito pubblico solo gradualmente. Nel 1980 a Basovizza fu inaugurato il memoriale per tutte le vittime degli eccidi del 1943 e 1945 ed il sito venne dichiarato monumento nazionale nel 1992. Infine, nuovi elementi architettonici sono stati aggiunti all'area monumentale nel 2006 e da ultimo, nel 2008, è stato aperto un centro di documentazione. Oggi Basovizza è uno dei più emblematici luoghi della memoria dove il 10 febbraio di ogni anno si celebra il “Giorno del ricordo” per commemorare le vittime delle foibe e dell'esodo giuliano-dalmata istituto con legge nel 2004. L'attenzione posta dal dibattito pubblico italiano sul calcolo delle vittime delle foibe e sulla loro appartenenza politica spesso oscura la tragedia vissuta da migliaia di famiglie e finisce per mettere in secondo piano il ripudio della violenza politica e la ferma condanna di regimi autoritari. |
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