Luoghi e memorie |
||
Il regime fascista dopo l'invasione della Jugoslavia nel 1941 istituì numerosi campi di concentramento per internati civili dove furono rinchiusi oltre 100 mila prigionieri, per lo più sloveni, croati ed ebrei.
Oltre a quelli costruiti in Italia come Gonars, Monigo, Chiesanuova, Renicci, ne furono aperti anche nei territori annessi o militarmente occupati. Nel contesto della guerra, con l'inasprirsi delle politiche anti-slave, il fascismo internò migliaia di civili allo scopo di contrastare il sostegno al movimento di resistenza che raccoglieva un crescente appoggio popolare.
Nel luglio del 1942 sull'isola croata di Rab (Arbe in italiano) fu costruito il più grande dei lager italiani che funzionò per poco più di un anno, fino al settembre del 1943. Qui, in totale, i civili internati furono tra i 10 e i 15 mila, tra essi svariate centinaia di bambini. Nel campo non c'era assistenza medica, l'acqua e il cibo erano scarsi ed i prigionieri erano ammassati in tende e baracche. Il lager era diviso in due sezioni: una destinata a sloveni e croati, l'altra agli ebrei. A Rab morirono più di mille prigionieri, principalmente per fame, freddo, malattie e maltrattamenti, ma il numero di decessi nel campo raggiunge i 2 mila se si considera coloro che perirono di stenti dopo il trasferimento in altri campi italiani. Dopo la liberazione del campo, circa duecento sopravvissuti formarono il “Battaglione Rab” che combatté contro i nazisti tedeschi e gli ustaša, i loro alleati croati. Nella guerra di aggressione alla Jugoslavia l'esercito italiano si macchiò di crimini di guerra in luoghi come Rab ma dopo il conflitto nessuno venne condannato. Una commissione d'inchiesta italiana vagliò centinaia di denunce ed un processo fu avviato nei confronti di trentatré ufficiali dell'esercito accusati di aver fatto uso di mezzi di guerra vietati dalle convenzioni internazionali. Il procedimento tuttavia venne archiviato nel 1951 e solo di recente l'opinione pubblica italiana si è avvicinata al tema grazie ad inchieste giornalistiche e ricerche storiche. Le indagini della magistratura militare invece sono state riaperte nel 2008. Nel 1953 sull'isola di Rab fu edificato un memoriale in onore delle vittime del lager. Il monumento fu costruito con il lavoro forzato degli internati di un altro campo. Si trattava dei prigionieri politici rinchiusi sulla vicina isola di Goli Otok usata dal regime comunista jugoslavo come carcere per dissidenti. Ancora una volta la storia di Rab era segnata dalla violenza politica ed il suo memoriale diventava strumento di un nuovo regime autoritario anziché un luogo dove onorare i morti. |
|
|
|
|
|
|
documenti | bibliografia | sitografia |